La scorsa settimana ho pubblicato un articolo che parlava di gaslighting.
Ho preferito dividere il lavoro in due parti: una più generale che potrai leggere qui, ed una un po’ più specifica, che se vorrai, potrai leggere nelle prossime righe.
Cos’è il Gaslighting
Il gaslighting è un tipo di manipolazione che induce una persona a mettere in discussione il proprio equolibrio e la propria sanità mentale.
Può essere sottile, costringendoti a mettere in discussione la tua memoria e le tue percezioni, oppure estrema, inducendoti a rimanere incastrato/a in un ciclo di dubbi e paure.
Succede spesso che sul posto di lavoro si possa attuare una sottile manipolazione psicologica al fine di indurti a fare qualcosa che non è nel tuo migliore interesse o nel miglior modo per svolgere il tuo ruolo, ma che in qualche modo può essere utile ai fini del conseguimento dei risultati organizzativi.
Se hai già letto l’articolo precedente sul tema probabilmente ci conosciamo, se invece non l’hai ancora fatto, lascia che mi presenti: sono Davide Etzi e sono uno Psicologo del lavoro e delle organizzazioni ed un Economista comportamentale.
Come riconoscere la manipolazione psicologica al lavoro
Il tema è delicato, perché se accade con una cadenzalità sporadica, può essere fisiologico e giustificabile.
Ma se diventa un fenomeno frequente e sistematico, o ancora peggio, costante, potresti trovarti davanti ad una situazione di manipolazione psicologica subdola, o di gaslighting, appunto.
Le conclusioni, in situazioni come queste, sono due:
1. Ti accorgi, che la manipolazione psicologica è sistemica, oltre che sistematica, e che quindi fa parte della cultura organizzativa ed è ìnsita nel modello di leadership, e quindi negli stili comportamentali e comunicativi di manager e colleghi.
2. Quel comportamento è un caso che appartiene allo stile comportamentale di un gruppo di Persone, quindi una controcultura.
Nel prossimo paragrafo approfondiremo il miglior modo di gestire questi casi.
Come affrontare i casi di manipolazione psicologica al lavoro
Caso 1: Manipolazione psicologica sistemica oggetto di cultura aziendale diffusa
1. Di solito si attuano due comportamenti: ci si adegua alla cultura aziendale, si diventa automaticamente dei gaslighter, si contribuisce attivamente allo sviluppo dell’ambiente tossico di cui si fa parte, si finisce col diventare la peggior versione di se stessi, fino al momento in cui si imploderà su se stessi accusando dei disturbi psicosociali, se non fisici abbandonando l’organizzazione. Il tutto viene messo in campo per timore di non essere accettati dal gruppo o di perdere il lavoro;
2. Si fa drop out, si lascia l’organizzazione tossica, e si cerca un nuovo contesto in cui spendere ed acquisire le nostre competenze, a fronte di un compenso.
Questo passo prima avviene, meglio è per la tua salute psico fisica. Se ci stai riflettendo, tieni conto di questo aspetto. È la classica situazione per cui un giorno potresti trovarti a dire: “Perché non l’ho fatto prima?”
Ça va sans dire che il caso 1 è relativo a quei contesti in cui è inutile “lottare”, o ci si adegua o ci si allontana. Questo succede anche nelle famiglie, nei gruppi di amici, nei gruppi sociali in genere.
Caso 2: Manipolazione sistemica di un gruppo di Persone, caso della controcultura.
Quando il comportamento è limitato ad un gruppo di Persone, si parla di “controcultura”.
In questo caso potrebbe valere la pena “lottare”.
Questo articolo è scritto soprattutto per trattare questa seconda eventualità.
Ti prego quindi di leggere quanto segue, per trarre il maggior vantaggio, nel caso ti trovassi in questa situazione.
Ad esempio, quando il tuo capo sta cercando di farti fare qualcosa che non è esattamente nel ruolo per cui sei stato assunto, potrebbe manipolarti facendoti pensare che sia una tua idea, o che tu possa trarre enorme vantaggio dal portare avanti quelle attività, oppure potrebbe dirti che stai reagendo in modo esagerato nei casi di rifiuto.
Attenzione, molto spesso è un’azione inconsapevole, chi mette in campo questo tipo di modalità comportamentali, può venire da una cultura e da abitudini che non riescono a tenere conto dei confini assertivi altrui.
Tu tieni sempre presente che, volontario o meno, è un protocollo comportamentale disfunzionale e malato, che può indurre le persone a dubitare delle proprie capacità, e portarle a credere di non essere all’altezza degli standard attuali e di eventuali ruoli ed incarichi più importanti futuri.
Come ci si accorge di star subendo manipolazione psicologica o gaslighting al lavoro
Ti capita di pensare che stai reagendo in modo eccessivo o di avere dubbi sul ricordare le cose in modo diverso rispetto ad altri momenti?
Ecco alcuni altri segnali rivelatori che possono aiutarti a determinare se stai subendo gaslighting.
In caso di gaslighting sul posto di lavoro, i tuoi colleghi potrebbero tentare di manipolarti in modo sottile prendendo il merito delle tue idee o dicendoti che stai reagendo in modo esagerato quando ti rifiuti di assecondare le loro richieste.
Se questi comportamenti assomigliano vagamente a qualcosa che stai vivendo, potrebbe essere il momento di fermarti a riflettere e ripensare alla tua posizione nel contesto lavorativo a cui appartieni.
Se vieni ignorato o sminuito o non ti senti pienamente parte di un team, è probabile che i tuoi colleghi stiano, consapevolmente o meno, facendo gaslighting.
Spesso è difficile distinguere tra conflitto normale e gaslighting, ma ci sono tuttavia dei comportamenti inequivocabili che riportano a questo secondo fenomeno.
E poiché ha una serie di impatti sulle Persone, è importante identificarlo.
L’impatto più comune è che induce la Persona a mettere in discussione il proprio giudizio e la realtà.
Ciò può portare a rimuginare tanto su se stessi e sugli altri, con forte impatto sulla qualità del lavoro e delle relazioni.
La costante negatività e il dubbio possono causare un forte stress, che può portare a sintomi come ansia, insonnia e una sensazione generale di tensione fino a raggiungere veri e propri picchi di terrore.
Questa costante incertezza può anche mettere a dura prova salute fisica, causando mal di testa, dolori di stomaco e perfino depressione.
Se stessi riscontrando uno di questi sintomi, potrebbe essere il momento di fare un passo indietro e rivalutare la tua posizione sul lavoro.
Cosa fare in caso di manipolazione psicologica o gaslighting al lavoro
Molte Persone sono riluttanti a parlare di gaslighting per paura di perdere il lavoro o di essere visti come piantagrane.
Tuttavia, se il comportamento influisce sulla tua salute mentale e/o fisica, vale la pena di parlare con chi si occupa di salute e benessere nei luoghi di lavoro.
Sebbene sia improbabile che tu possa cambiare completamente il comportamento di capi, colleghi e/o collaboratori, ci sono dei passaggi che puoi adottare per ridurre al minimo l’impatto di questa subdola manipolazione psicologica.
Una delle forme più comuni di gaslighting è quando un capo lo fa ai propri collaboratori. Questa manipolazione è spesso caratterizzata da sottili forme influenza sociale che portano i collaboratori a dubitare di sé stessi, delle proprie competenze e delle proprie decisioni.
Ancora, quando capo o colleghi si prendono il merito delle idee o dei risultati dei propri collaboratori senza in realtà fornire alcuna guida significativa. Ciò fa sì che i collaboratori mettano in discussione le proprie decisioni e capacità, il che crea un ambiente di lavoro tossico.
L’esperienza dell’essere oggetto di gaslighting è uno stato psicologico unico in cui la vittima crede che gli altri stiano cercando di farle del male o stiano perseguendo solo i propri interessi dimenticando la soddisfazione collegiale.
L’effetto gaslighting si verifica quando la persona a cui il gaslighting è indirizzato interrompe la capacità di vedere ed elaborare le informazioni, provocando spesso una riduzione della sua empatia e del livello di perspicacia ed efficacia precedente. Finendo spesso col non credere più in se stesso/a e nelle proprie competenze.
Come riconoscere il gaslighting al lavoro
C’è una grande differenza tra qualcuno che è un micromanager o fa il pignolo al tuo lavoro e qualcuno che è un gaslighter.
Il gaslighter spesso non desidera il miglioramento delle Persone con cui lavora, mentre chi attua il micromanagement spesso lo fa perché è l’unico stile manageriale che conosce, venendo magari da esperienza precedenti prettamente operative.
Il gaslighter, generalmente desidera inconsapevolmente sabotarti, e le ragioni afferiscono ai motivi più disparati.
Il gaslighter al lavoro di farà notare di essere confuso/a o poco attento/a, o che hai preso qualcosa che ha / hanno detto nel modo sbagliato perché sei insicuro/a o permaloso/a o troppo sensibile alle parole e al contesto.
Alcuni segni che potresti essere vittima di gaslighting al lavoro (esempi reali):
- Sai che hai comunicato qualcosa, ma il gaslighter (collega, capo, collaboratore) insiste che non lo hai mai fatto.
- Il gaslighter ti dice cose cattive o addirittura sessiste/razziste/omofobe ma sempre fuori dalla portata degli altri, quindi non ci sono prove.
- Se fai notare una maleducazione, noncuranza o non rispetto, lo negano o addirittura girano l’accusa su di te.
- Di fronte agli altri, il gaslighter si comporta come il tuo migliore amico o il tuo più grande fan; quando sei solo, ti rimprovera in modo sottile, subdolo, passivo aggressivo.
- Il gaslighter, che potrebbe essere un collaboratore in questo caso, ti mente apertamente sul motivo per cui non hanno completato un’attività, anche se sa che sai che ha fatto una pausa pranzo di tre ore.
- Ti senti come se dovessi fare qualcosa in più per dimostrare il tuo valore ma non hai la più pallida idea di cosa ci si aspetta da te. (leggi qui)
- Puoi dire che qualcuno è stato nel tuo spazio, spostando oggetti o persino sul tuo computer, ma non hai prove.
- Sei l’unico/a a non essere incluso in un’e-mail del team o in un invito a una riunione, poi quando non rispondi o non ti presenti, vieni rimproverato.
- Quando qualcuno chiama il gaslighter, nega, diventa conflittuale e si mette sulla difensiva.
Come difendersi dalla manipolazione psicologica o dal gaslighting al lavoro
1. Parla col diretto interessato
È possibile che ci siano stati dei legittimi problemi di comunicazione o che la Persona che pensi ti stia facendo gaslighting sia in realtà a sua volta stressata e vittima di qualcun altro.
Avere una conversazione onesta su come ti senti e mostrare prove e condividere esempi di quando ti sei sentito può produrre risultati sorprendenti.
Non aspettarti un’ammissione di colpa se la persona lo sta facendo intenzionalmente, in questo caso è più probabile che diventino ancora più irremovibili, ma tu avrai delle informazioni preziose in più.
La parte buona di questo risultato è che puoi documentare quella conversazione come un altro esempio se dovessi decidere di presentare un reclamo.
2. Tieni meticolosamente traccia dei comportamenti manipolativi, scritti o verbali.
Inserisci ogni conversazione verbale o incontro con quella persona in un’e-mail dicendo qualcosa del tipo: “Solo per ricapitolare, ecco di cosa abbiamo parlato”.
Quindi elenca i punti elenco.
Note oggettive ed evidenti, tieni traccia scritta anche di quello, nel caso in cui decidi di segnalarlo.
3. Condividi le tue sensazioni con più Persone
È probabile che se qualcuno ti sta facendo gaslighting, lo stia facendo anche ad altri tuoi colleghi. Assicurati di confidarti con la maggior parte delle persone di cui ti fidi e di sentirle anche fuori dall’ambiente di lavoro. Includi la funzione HR e sensibilizzala su questi temi.
Se gli altri sono d’accordo sul fatto che qualcuno si stia dedicando al gaslighting sul posto di lavoro, forse puoi riunirti per confrontare le note e prendere in considerazione un incontro con le risorse umane o un’escalation combinata psicogiuridica per tutelare il tuo interesse al meglio.
Non accettare soprusi, riprenditi la libertà di espressione, riprenditi il diritto alla tua sicurezza psicologica
Se sei in una situazione simile e desideri uscirne contatta un Professionista esperto in questi casi che saprà accoglierti in un percorso di empowerment con strategie ed azioni utili a ristabilire equilibri e competenze per ottenere il valore e il riconoscimento che senti di meritare.
Talvolta il lavoro è in equipe tra Psicologo del lavoro, Giuslavorista ed Economista comportamentale.
Scopri i miei percorsi di supporto e sostegno alla gestione della tua evoluzione professionale e richiedi una prima consulenza cliccando proprio qui.
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Alla prossima
Davide
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Dott. Davide Etzi
Psicologo, Psicoeconomista, Executive Coach e Terapeuta [www.davideetzi.it]
Consulente in management e sviluppo delle Persone nelle Organizzazioni [www.humanev.com]
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