Sono un amante del progresso e dell’evoluzione, ma non posso negare che lo sviluppo tecnologico stia amplificando le idee pervasive di differenziazione, polarizzazione e lotta di classe.
E che stia minacciando non solo di portarci via il lavoro, ma anche di isolarci nelle modalità di intrattenimento, di cambiarci lo stile di vita e soprattutto di impattare in modo sostanziale le nostre relazioni.
Come professionista della relazione d’aiuto spesso utilizzo vocaboli per le tipologie d’intervento di lavoro con le persone, chiamandole: coaching, mentoring, terapia, consulenze.
In generale, metto in campo le migliori strategie che conosco come agente di cambiamento, fissando le condizioni affinché chi lavora con me, arrivi esattamente dove desidera.
Confesso di farlo, ultimamente, con non poca preoccupazione.
Non tanto per le modalità di lavoro, poiché sono tenuto ad utilizzare solo metodologie validate scientificamente, ma per il cambiamento repentino e la complessità del mondo che cambia ad una velocità mai vista prima.
Non so se tu sia d’accordo, ma a me è molto chiaro come la fine dell’era industriale e l’ascesa della tecnologia e dell’intelligenza artificiale stia cambiando l’equazione di “buona vita”.
Intelligenza Artificiale e “buona vita”
E per chi vuole perseguire un percorso di autorealizzazione, la buona vita è un elemento essenziale.
C’è qualcosa che mi dice che il vero valore, oggi, non sia più legato alle misure solite di produttività e possesso.
Sono sicuro che tecnologia e intelligenza artificiale creeranno efficienza, ma credo che il nuovo valore dello stare al mondo, potrà compiersi solo attraverso quelle nuove forme di connessione umana e profonda.
Chi sono io per dirlo? Nessuno.
E infatti non mi sono inventato niente.
Me lo dite Voi, in continuazione.
Lavorando con l’intimità psicologica delle persone, tocco con mano il senso di evoluzione e autorealizzazione.
Ne tocco i sogni, i bisogni i desideri, le spinte e le direzioni da prendere e i personalissimi concetti di “buona vita”.
Quando ci parliamo intimamente, emerge in continuazione un bisogno.
I veri bisogni al di là delle sovrastrutture
Ultimamente in particolare, è così ricorrente il BISOGNO e allo stesso tempo la PAURA del SENSO DI COMUNITÀ e connessione profonda con gli altri.
Abbiamo un BISOGNO fortissimo di comunione vera, di bene comune e comunità reale.
E, paradossalmente, in modo parallelo, abbiamo una PAURA fo**u*a
di essere da soli a desiderarla.
É un chiaro messaggio che ci dice che ciò abbiamo costruito fino ad oggi (tecnologicamente e socialmente), è mancante di ciò di cui abbiamo bisogno adesso e nel futuro.
E che il compito che ciascuno di noi avrà, sarà quello di rafforzare le proprie connessioni reali e profonde.
Fra l’altro storicamente, è ciò che ci ha fatto sopravvivere a qualsiasi fase economica, sociale e politica ed è anche ciò che ha fatto cadere i sistemi che ad un certo punto ne sono stati sprovvisti.
Immagino che più rafforzeremo la nostra intelligenza sociale, intrapersonale ed interpersonale, meno dovremmo essere preoccupati per il futuro.
Sfida fra intelligenze
É una sfida tra intelligenze, e quella artificiale sarà un’ottima alleata, se accenderemo il cervello e la utilizzeremo unicamente come risorsa al nostro servizio.
Siamo in quel momento storico dove possiamo decidere se guidare o essere guidati. Possiamo scegliere!
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Alla prossima
Davide
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Dott. Davide Etzi
Psicologo, Psicoeconomista, Executive Coach e Terapeuta [www.davideetzi.it]
Consulente in management e sviluppo delle Persone nelle Organizzazioni [www.humanev.com]
Milano, Piazza Belgioioso 2
Roma, Via Anastasio II, 80
Online: https://whereby.com/davide.etzi
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