La leadership parte da una buona relazione con se stessi
Per anni ho concentrato studi, ricerche, lavoro sul costrutto di responsabilità, individuale, sociale, etica, sul concetto ontologico di respons-abilità come abilità a rispondere.
Di recente, durante una sessione con un mio cliente (Andrea, grazie!), abbiamo fatto un insight sulla Leadership da un nuovo punto di vista più flessibile, che va oltre il contesto organizzativo.
Non ho potuto fare a meno di realizzare che la leadership altro non è una relazione.
Un particolare tipo di relazione, che ci organizza socialmente sviluppando la capacità di guidare persone e risorse annesse, facendo accadere cose, attraverso la relazione e il contenuto della comunicazione.
In un ulteriore deep insight non ho potuto fare a meno di realizzare che la leadership è anche, forse soprattutto, la relazione in primis con se stessi.
Se non sai realmente guidare te stesso, sarà pressoché impossibile guidare gli altri.
Per uno come me, che più approfondiva più si convinceva che la vera leadership non esistesse, ma che esistesse il concetto di comando, autorità ed autorevolezza, che faceva muovere attraverso le emozioni primarie di gioia e paura, a seguito di ricompense e rinforzi positivi, questa riflessione è stata un “Eureka” vero e proprio.
La leadership è molto pratica
Tradotta in punti base:
- La leadership è prima di tutto relazione generativa di nuovi risultati.
- La leadership è ricordare a te stesso e agli altri (capi, soci, collaboratori, amici e colleghi) che desideri essere un tipo di persona che vale la pena incrociare nel corso della vita.
- La leadership è avere conversazioni significative, che possano generare nuove realtà.
Nei programmi di empowerment e sviluppo di manager e professionisti parlo spesso di fiducia e di coinvolgimento intendendoli come asset generatori di risultati concreti.
Ne parlo di solito in modo molto concreto e volendo anche “crudo”. Perchè la leadership va più allenata sul campo che studiata in un’aula.
Sono costrutti che metterei tranquillamente come voci dello stato patrimoniale di un bilancio aziendale.
Per chi si intende di contabilità li metterei proprio tra gli “Intangible Assets”, ovvero tra le Immobilizzazioni Immateriali dello Stato Patrimoniale, in modo da poter aumentare il valore dell’azienda.
Quanta fiducia c’è nella tua azienda e che valore ha?
Quanto coinvolgimento c’è nella tua azienda, e che valore ha? Come si sentono le Persone?
Ecco: Il valore della tua azienda è direttamente proporzionale al valore percepito di questi due costrutti!
Ne evincerai che quando si parla di leadership è impossibile sganciarsi dal concetto di relazione, sotto la quale allocherai fiducia e coinvolgimento, in una relazione di sana interdipendenza.
Coinvolgi le Persone o perdi: la leadership come esperienza capitalizzabile.
Il coinvolgimento nasce dal sentimento di appartenenza, dal desiderio di dare il proprio personale contributo, dalla sensazione di poter crescere professionalmente e personalmente facendo vera esperienza capitalizzabile (o “rivendibile sul mercato”, come spesso sento dire).
I benefici del coinvolgimento sono direttamente misurabili in termini di aumento dei profitti, produttività̀, innovazione, soddisfazione dei clienti e minor turnover delle persone. Ma anche di clima e di sicurezza psicologica.
Da dove si genera il tutto?
Dal tipo di conversazioni instaurate quando si sta in organizzazione.
Avere conversazioni significative è fondamentale per la messa in pratica della leadership
Se ci leggiamo da un po’ di tempo, sai che mi occupo anche di neuromanagement, che non è altro che la neuroscienza applicata al management organizzativo.
Quando siamo stressati, sentire una voce amica, di cui ci fidiamo, riduce il livello di cortisolo, l’ormone dello stress, e aumenta l’ossitocina, l’ormone dell’amore e del benessere.
Gli studi dimostrano come una conversazione aperta, sincera, basata sull’interazione, sia fondamentale per stabilire fiducia nelle relazioni.
Tutti noi, inconsciamente, siamo costantemente alla ricerca di segnali di fiducia nelle altre persone; siamo programmati per diventare esperti nel captare questi segnali.
Nelle conversazioni, siamo perfettamente in grado di sentire quando il nostro interlocutore è mosso da reale interesse per noi: se è così, saremo attratti da lui/lei, altrimenti ci verrà istintivo allontanarci.
Quando comunichiamo, in particolare negli ambienti dove si devono costruire risultati ambiziosi, dovremmo:
- Evitare comportamenti che possano essere percepiti come minacciosi e pericolosi, perché altrimenti la risposta automatica sarebbe di chiusura, difesa e sospetto;
- Creare condizioni che non solo possano piacere alla mente razionale delle persone, ma anche suscitare emozioni positive in modo tale che si inneschi una reazione di apertura;
- Essere sinceri, mai fingere. Le persone sono troppo brave a percepire la falsità. Dobbiamo guardarci dentro, mettere da parte l’ego e cercare di relazionarci autenticamente. Giuro: è possibile!
I principali fattori che aiutano a costruire una relazione di fiducia reciproca:
- Familiarità: intimità, sensazione di vicinanza con un’altra persona, desiderio di condivisione di idee e opinioni;
- Influenza: l’ascendente che abbiamo su altri individui, la percezione che gli altri hanno di noi;
- Valorizzazione: le persone hanno bisogno di sentirsi apprezzate e rispettate;
- Responsabilizzazione: dare potere ai collaboratori, farli sentire liberi di agire e creare in autonomia;
- Trasparenza: è importante puntare sempre alla massima sincerità.
Ma soprattutto, sapere avere conversazioni significative con colleghi, capi, collaboratori.
Prepararsi ad una conversazione significativa
Approcciare conversazioni significative vuol dire essere prima di tutto consapevoli dell’intenzione (la vera motivazione che ci spinge a voler comunicare con qualcuno) e delle convinzioni che abbiamo (la maggior parte dei nostri comportamenti, consci e inconsci, dipendono dalle nostre convinzioni, che possono essere potenzianti o limitanti).
Alcuni punti da considerare prima di cominciare questo viaggio:
- Volontà: desiderio reale di approfondire e rafforzare la relazione con i miei collaboratori?
- Eredità: desiderio di essere ricordato per l’umanità, la fiducia, l’atmosfera che ho saputo creare?
- Relazioni: quanto conta per me la qualità di questa relazione, sia sul lavoro sia al di fuori?
- Coraggio: sono disposto a mettere in discussione le mie convinzioni, ascoltare senza pregiudizi, mettermi in gioco?
- Guida: mi importa davvero degli altri? Desidero aiutarli a realizzare il loro pieno potenziale?
- Curiosità: so ascoltare? Sono realmente curioso di conoscere sogni, aspirazioni, paure dei miei collaboratori?
- Attenzione sul presente per generare un nuovo futuro possibile: sono in grado di portare attenzione al momento presente, focalizzandomi completamente sui bisogni dell’altra persona?
L’obiettivo di questo tipo di conversazione è stabilire una connessione diretta ed autentica, agganciarmi davvero all’altra persona.
Gettare le basi per le interazioni future, puntando a conoscersi meglio, creare un senso di familiarità e condividere valori e interessi delle persone con cui lavoriamo e interagiamo.
Se non siamo motivati da una genuina curiosità, meglio lasciar perdere.
Ma ti sorprenderai tantissimo nello scoprire quante aree di match potrebbero esistere se facessi quello sforzo di entrare per un attimo nel mondo dell’altro stabilendo una connessione.
Persone che sono partite da “ma che mi frega” e adesso sono motivate da un autentico desiderio di ascoltare e sono consapevoli che non è una conversazione che viene fatta una volta per sempre, ma avrà una sua continuità nel tempo, man mano che approfondiscono la tua relazione.
Molti “capi” spesso temono che creare relazioni troppo strette con i collaboratori e/o con colleghi, possa renderli vulnerabili o meno autorevoli; non è così: verrai invece apprezzato per la tua umanità, laddove la competenza non è messa in discussione.
Più farai pratica, più ti verrà naturale.
Più sarai auto-centrato, quindi spinto da motivazioni personali, minore sarà la fiducia che ispirerai nel tuo interlocutore, quindi concentrati totalmente sull’altro, almeno in quelle situazioni di interazione.
Cosa fare in pratica nella conversazione:
- Identifica la persona con cui vuoi avere questa conversazione, il motivo e quando desideri che avvenga. Rifletti e prendi nota di tutte le persone con cui varrebbe la pena approfondire la relazione.
- Imposta la conversazione e fai un invito. Scrivi il nome della persona e i benefici che potreste avere entrambi da una relazione più forte e sincera;
- Inoltra un invito, chiedendo una conferma. Preparati per dare il meglio in questo incontro: mentalmente (hai davvero chiari i motivi per cui questa conversazione può essere utile?), praticamente (hai riflettuto bene e pianificato obiettivi e domande?), emozionalmente (questa conversazione è guidata da genuina curiosità verso il tuo collega oppure da interessi personali?);
- Programma la conversazione, noi abbiamo uno strumento, il “progetto di conversazione” una serie di esercizi a step sequenziali che ti portano a progettare contenuti e modalità per “riparare” una relazione che desideri avere nella tua vita. Invita l’altra persona a chiederti tutto ciò che la possa aiutare a capirti meglio e poi lasciare che la conversazione si sviluppi, aggiungendo anche informazioni che non ti sono state chieste. Inviterai poi il tuo interlocutore a fare altrettanto e parlare di sé. Vuoi capire cosa è importante per lui sul lavoro, cosa lo appassiona, quali sono i suoi punti di forza, i limiti, se si fida in generale delle persone, come definisce una buona giornata di lavoro, cosa lo preoccupa;
- Chiudi la conversazione riassumendo i punti che avete in comune e le differenze; chiedi al tuo collaboratore se la conversazione è piaciuta e quali benefici ha avuto e poi ricambia, sottolineando l’utilità dell’incontro in termini di miglior comprensione e costruzione di una relazione più stretta. Esprimi la tua sincera gratitudine per la disponibilità e volontà di condividere con te idee e valori; fai seguire questa conversazione da una telefonata oppure da un incontro di persona per ribadire ringraziamenti e benefici ottenuti.
Da un certo punto in poi crescere e procedere nel proprio percorso autorealizzativo, significa costruire relazioni significative, e poichè siamo esseri linguistici, il primo strumento che abbiamo a disposizione a costo zero sono proprio le conversazioni.
Non ti resta che renderle significative!
Se sei interessato o interessata ad approfondire i temi dello sviluppo della leadership per Te o per la tua azienda, ti invito a chiedere una prima consulenza cliccando proprio qui.
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Alla prossima
Davide
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Dott. Davide Etzi
Psicologo, Psicoeconomista, Executive Coach e Terapeuta [www.davideetzi.it]
Consulente in management e sviluppo delle Persone nelle Organizzazioni [www.humanev.com]
Milano, Piazza Belgioioso 2
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