Il termine Gaslighting si riferisce a una forma di abuso psicologico che fa apparire le vittime come “non totalmente allineate” o quantomeno confuse, stabilendo un ambiente interpersonale con quel livello di tossicità che viene accettato perché non invalidante nel breve periodo, ma che nel lungo crea situazioni di invischiamento surreale.
Nella massima sintesi potremmo definire il gaslighting come una tecnica di manipolazione psicologica, volontaria o involontaria basata sull’instillare insicurezza nell’altro.
Gaslighting: la più comune tra le relazioni abusanti
In questo breve articolo vorrei introdurti il tema con lo scopo di conoscerlo un po’ meglio ed eventualmente intercettarlo nel tuo contesto organizzativo, per darti strumenti e metodi per fronteggiare una pratica tanto inconsapevole quanto diffusa negli ambienti professionali.
Dividerò il lavoro in due parti, in questa ne parlerò un po’ più in generale e nel prossimo articolo, in uscita la prossima settimana, farò un focus speciale con degli esempi, applicati al mondo del lavoro.
Prima di procedere però, lascia che mi presenti: sono Davide Etzi e sono uno Psicologo del lavoro e delle organizzazioni ed un Economista comportamentale. Lavoro con Persone, Gruppi e Organizzazioni nella cura, nelle evoluzioni e nei processi di cambiamento, con particolare focus sullo sviluppo di competenze e potenziale, utilizzando le metodologie del coaching e della consulenza psicologica applicata ai contesti industriali e organizzativi.
Da dove deriva il termine Gaslighting
La parola “gaslighting” deriva da un’opera teatrale del 1938 intitolata Gas Light, che è stata trasformata nel film del 1940 Gas Light, seguito dal più noto film del 1944 Gaslight, con Charles Boyer e Ingrid Bergman.
Questo film descriveva accuratamente i comportamenti distruttivi e di controllo delle persone manipolatrici.
Psicologi ed economisti comportamentali hanno coniato il termine gaslighting per descrivere questa forma di comportamento emotivamente abusivo.
Il gaslighting può essere anche verso se stessi e si verifica quando continui a dirti qualcosa che sai già essere sbagliato, facendoti dubitare della tua memoria o delle tue capacità intellettive ed esecutive.
È una sorta di manipolazione e bullismo, nel senso che invalida ciò che già sai essere accurato e ti fa sentire impotente.
Il Gaslighting non è per forza intenzionale, ma culturale.
La maggior parte delle volte, il gaslighting non è intenzionale. È una manipolazione psicologica spesso non consapevole da chi la attua, ed è questo il dramma che la rende anche tra le più comuni relazioni abusanti, in famiglia, al lavoro, in società.
Il risultato finale è che finisci col dubitare della tua efficacia e capacità di gestire/guidare la tua vita, il tuo lavoro, le tue relazioni.
Anche sul posto di lavoro può avere effetti devastanti che ricadono poi sul vissuto sociale.
Nel lavoro è spesso un gioco di potere che lascia la Persona confusa, debole e impotente.
È una forma di abuso “tollerato” perché si fonda su squilibri sociali, o meglio, sfrutta gli stereotipi sociali, di genere, le vulnerabilità strutturali legate alla razza, alla nazionalità, e alla sessualità e le ingiustizie istituzionali contro le Persone per distruggere il loro senso della realtà.
Essere un Gaslighter
Alcune Persone sembrano essere più inclini al gaslighting, di altre.
Sebbene la parola sia più comunemente usata quando qualcuno si sta influenzando attivamente un amico, un familiare o un partner di una relazione romantica. È un comportamento molto diffuso e socialmente accettato, tuttavia, può provocare nel tempo danni complessi.
Non tutti i Gaslighters sono consapevoli di quello che stanno facendo. Tuttavia, hanno alcune caratteristiche in comune:
- Sono altamente manipolativi e tendono a voler imporre opinioni e volontà;
- Hanno un basso senso di autostima che cercano di aumentare sminuendo gli altri, combinata con ego smisurato e senso di rivalsa (che è la combinazione psicologicamente più pericolosa);
- Quando non hanno potere, sono comunque altamente controllanti.
Non è sempre facile riconoscerli o riconoscerci nel ruolo.
Cos’è il gaslighting al lavoro e come funziona
Nel lavoro, Il gaslighting, a differenza del bullismo, è un sottile tipo di inganno che può danneggiare la fiducia di una Persona, farla sentire incredibilmente vulnerabile e persino arrivare a farle abbandonare il lavoro.
Spesso è così sottile che le Persone non si rendono conto che sta accadendo finché non si fermano a pensarci, il che potrebbe spiegare perché accade così frequentemente.
Piccole azioni come rivendicare il merito del tuo lavoro, prenderti in giro di fronte ai colleghi, stabilire scadenze irragionevoli, nascondere informazioni per un lavoro di grandi dimensioni e dubitare di ciò che ti hanno detto in passato sono tutti indicatori di gaslighting sul posto di lavoro.
Sebbene possano verificarsi come singole istanze involontarie, possono farti dubitare della tua autostima e delle tue capacità se si verificano frequentemente.
Il gaslighting prospera sul posto di lavoro a causa delle strutture gerarchiche naturali esistenti e delle lotte di potere che possono verificarsi tra i colleghi, mentre molti manager semplicemente non hanno le competenze necessarie per identificare e gestire i casi di gaslighting perché non ricevono alcuna formazione in quest’area.
I comportamenti di gaslighting sono spesso dilaganti nelle relazioni abusive e, sfortunatamente, la vittima potrebbe non essere in grado di rilevarlo e riconoscerlo.
Una politica organizzativa incontrollata può portare a un gaslighting politico, in cui gli individui usano bugie, smentite e manipolazioni per controllare gli altri e ottenere potere.
Riconoscere gli effetti del Gaslighting
Il gaslighting è più comune di quanto ci si possa aspettare, negli ambienti di lavoro.
Così come sociopatìa, narcisismo e personalità disturbate possono essere presenti negli ambienti professionali in particolari nei livelli di coordinamento e manageriale, sarà molto comune incontrare ed intercettare comportamenti disfunzionali di gaslighting.
I gaslighters possono presentarsi in molte forme: potrebbero essere un capo, un manager, un cliente o un collega; potrebbe essere anche una Persona nel tuo ambiente professionale a cui dà fastidio il tuo successo, o persino un rappresentante delle risorse umane particolarmente infastidito dalla denuncia di comportamenti disfunzionali sfuggiti al loro controllo.
Le tattiche di gaslighting non sono così ovvie come l’abuso fisico, ma sono altrettanto pericolose. All’inizio potresti non sapere cosa sta succedendo, ma ne sentirai le conseguenze.
Poiché spesso è un comportamento inconsapevole da chi lo attua, il gaslighting, più succede, più diventa insidioso e potresti anche non accorgerti che sta accadendo.
Il gaslighting assume la forma di attività che stabiliscono o sfruttano uno squilibrio di potere per mantenere la vittima “al suo posto”.
Ti faccio qui alcuni esempi, ma come detto nell’introduzione al tema, la settimana prossima pubblicherò qualcosa di più accurato e focalizzato:
- Annullare, posticipare o essere costantemente in ritardo alle riunioni fingendo di ascoltare;
- Guardare un cellulare o un’e-mail o inviare messaggi a qualcun altro fingendo di ascoltare;
- Fare una domanda e poi interrompere la risposta;
- Coinvolgere una terza persona non coinvolta nella conversazione per far sentire la vittima in inferiorità numerica.
Sono i primi, impercettibili e più innocenti comportamenti di gaslighting. Quando li osservi, alza le antenne.
Quando interagisce con gli altri, il gaslighter offusca il confine tra la normale conversazione professionale e il fare commenti ambigui sulle carenze, le insicurezze, l’attrattiva, l’istruzione, i valori, la religione, la personalità, la famiglia, ecc. della vittima. Presta attenzione.
Come gestire il Gaslighting al lavoro
Se partiamo dal presupposto che nessuno ha il diritto di influenzare qualcuno in alcun modo e per nessun motivo, concorderai con me che il Gaslighting è un comportamento socialmente accettato ma altamente disfunzionale.
Chiariamo meglio, avrai sentito parlare di “micromanagement”, e se non l’hai fatto ne parlerò nel prossimo articolo in pubblicazione la prossima settimana, nonostante sia anch’essa una pratica disfunzionale, c’è una bella differenza col gaslighting.
Che tu sia un operaio, un impiegato, un professionista, o un manager, qualsiasi sia il tuo livello all’interno di un contesto sociale e organizzativo, quando andrai a gestire altre Persone, sentirai un livello di potere e autorità nel lavoro che ti porterà a pensare di poter gestire diversi aspetti di quelle Persone.
E, credimi, è molto più comune di quello che pensi, che in tanti, mettano in campo forme di esubero di controllo sull’operato delle Persone che gestiscono, al punto da creare disagio e disfunzionalità, ai processi aziendali in primis, alle relazioni, ma soprattutto all’equilibrio psichico della Persone che gestiscono e Psicosociale del contesto in cui operano.
La strada è sempre quella di creare quel micro cosmo in cui i vari membri di un gruppo di lavoro possano essere se stessi, collaborare onestamente e apertamente verso un obiettivo comune, esprimere giudizi etici con integrità personale e sentirsi bene con se stessi quando si celebrano le vittorie sul posto di lavoro.
Non ci sono risposte perfette quando si tratta di gaslight, ma è fondamentale intercettare i comportamenti tossici, mantenere un forte senso di sé e rimanere fiduciosi nel valore che ogni giorno fornisci al tuo lavoro, al tuo gruppo sociale di riferimento.
Se ti interessa ancora approfondire questo tema, puoi fare due cose:
- Attendere la prossima settimana, quando farò uscire un focus sui temi del gaslighting nei luoghi di lavoro, con diversi esempi;
- Scoprire i miei percorsi di supporto e sostegno alla gestione della tua evoluzione professionale e richiedi una prima consulenza cliccando proprio qui.
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Dott. Davide Etzi
Psicologo, Psicoeconomista, Executive Coach e Terapeuta [www.davideetzi.it]
Consulente in management e sviluppo delle Persone nelle Organizzazioni [www.humanev.com]
Milano, Piazza Belgioioso 2
Roma, Via Anastasio II, 80
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